Si conoscevano col nome di malattie veneree (cioè malattie della dea dell'amore, Venere), oggi si chiamano IST - infezioni sessualmente trasmesse. Comprendono infatti moltissime infezioni (batteri, virus, protozoi, funghi ed ectoparassiti per oltre 30 diversi patogeni) che approfittano dell'attività sessuale non protetta per trasferirsi da un individuo all'altro, attraverso il contatto con i liquidi organici infetti.
A volte si manifestano in tempi ristretti, altre volte ci mettono anni a manifestarsi, e lo fanno in tante forme. Vista la facilità della diffusione, la prevenzione e il controllo sono fondamentali. Evitarle richiede solamente attenzione e rispetto per se stessi e per gli altri.
Malattie più diffuse:
L’organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) descrive il concetto di dipendenza patologica come quella condizione psichica, e talvolta anche fisica, derivante dall’interazione tra un organismo vivente e una sostanza tossica, e caratterizzata da risposte comportamentali e da altre reazioni, che comprendono sempre un bisogno compulsivo di assumere la sostanza in modo continuativo o periodico, allo scopo di provare i suoi effetti psichici e talvolta di evitare il malessere causato dalla sua privazione. Per quanto la nozione di ‘dipendenza’ sia stata in passato riferita in modo esclusivo all’assunzione di sostanze psicoattive, questa viene sempre più frequentemente utilizzata anche nell’inquadramento di particolari sindromi derivanti dallo sviluppo di comportamenti anche in assenza dell’assunzione di qualsiasi sostanza. Le ‘nuove dipendenze’, o ‘dipendenze senza sostanza’, si riferiscono infatti ad una vasta gamma di comportamenti anomali come: gioco d’azzardo patologico, shopping compulsivo, la cosiddetta ‘new technologies addiction’ (dipendenza da TV, internet, social network, videogiochi), le dipendenze dal lavoro (workaholism), le dipendenze dal sesso (sex-addiction) e dalle relazioni affettive.
Le prestazioni erogate dall’UOSD Attività Terapeutiche e Riabilitative per i Disturbi da uso di sostanze e Nuove Dipendenze di Rieti, nel rispetto delle linee guida regionali, per quanto riguarda i servizi ambulatoriali (Ser.D. – Alcol), prevedono le seguenti attività e funzioni:
Come si accede
Di norma l'accesso è diretto (o con appuntamento telefonico); non occorre la richiesta del medico di base (MMG) tuttavia è necessario esibire un documento di identità in corso di validità.
N.B. gli utenti sono garantiti e tutelati relativamente alla riservatezza (normativa sulla privacy - segreto professionale) e al consenso informato ai sensi degli artt. 13 e 14 del Regolamento 2016/679/UE (GDPR). Le prestazioni sono gratuite.
I Disturbi Alimentari (DA) sono patologie frequenti che interessano prevalentemente gli adolescenti e la cosiddetta prima età adulta, più frequenti nella popolazione femminile che in quella maschile, in una fascia d'età compresa tra 12 e 25 anni.
Si tratta di persistenti disturbi del comportamento alimentare associati al controllo del peso e delle forme corporee non secondari a nessun'altra condizione medica o psichiatrica.
Tre sono i Disturbi Alimentari che si riscontrano maggiormente nella popolazione giovanile e adulta: Anoressia Nervosa, Bulimia Nervosa e Disturbo d'Alimentazione Incontrollata.
L'esordio dell'Anoressia Nervosa interessa prevalentemente i giovani adolescenti, in una fascia d'età compresa tra 12 e 20 anni, con un interessamento significativo della popolazione infantile negli ulltimi anni. Oltre all'evidente dimagrimento, chi soffre di Anoressia Nervosa mostra un'attenzione particolare al cibo, con una spiccata tendenza a ridurre sia la quantità che la qualità degli alimenti assunti. È presente un controllo delle forme corporee e un paradossale timore di aumentare di peso a fronte di uno stato di evidente magrezza. Le persone che soffrono di Anoressia Nervosa spesso presentano anche una spiccata tendenza all'iperattività motoria finalizzata a consumare calorie per controllare il peso e le forme corporee. Lo stato di malnutrizione presente nell'Anoressia Nervosa , è responsabile di importanti conseguenze organiche come l’interruzione del ciclo mestruale, anomalie cardiologiche e dell'apparato scheletrico .
La Bulimia Nervosa, è caratterizzata da abbuffate seguite da comportamenti di compenso (abuso di lassativi, abuso di diuretici, iperattività motoria e digiuni post-abbuffata,vomito), tesi ad annullare gli effetti dell’ iperalimentazione e a controllare l’ aumento di peso . La Bulimia Nervosa presenta delle pericolose conseguenze organiche, dovute prevalentemente allo squilibrio elettrolitico che il vomito comporta, che può essere causa di importanti aritmie cardiache. Altre conseguenze organiche sono a carico dell'apparato digerente e dei denti.
Il Disturbo d'Alimentazione Incontrollata (DAI) è caratterizzato da episodi di abbuffata senza condotte di compenso; la principale conseguenza organica di questo disturbo è l'obesità con le relative compromissioni della salute. Dal punto di vista psicologico, solitamente si evidenzia una marcata difficoltà a comprendere e regolare le emozioni, con la possibile compromissione di altri ambiti della vita personale , nonché della sfera sociale.
I disturbi Alimentari, in modo prevalente l’ Anoressia Nervosa, possono essere causa di morte dovuta alle serie compromissioni organiche concomitanti.
Il trattamento dei Disturbi Alimentari prevede l'intervento di più figure professionali (psichiatra, psicologo, dietista, nutrizionista, internista) che possano affrontare, in modo coordinato, i diversi aspetti sintomatologici di questi disturbi.
Il coinvolgimento dei familiari è condizione necessaria e imprescindibile nel percorso di cura dei Disturbi Alimentari , specie nel trattamento dei minori.
Nella fase diagnostica ci si avvale della collaborazione di servizi multidisciplinari della ASL (Medicina Interna, Laboratorio di analisi, Radiologia, Cardiologia, Gastroenterologia, Diabetologia ed Endocrinologia). La psicoterapia assume un ruolo significativo nel processo di cura dei Disturbi Alimentari
Il Servizio dei Disturbi della Nutrizione e Alimentazione ( DNA) garantisce una multidisciplinarietà degli interventi , condizione indispensabile per una globale presa in carico del paziente affetto da disturbo alimentare; infatti solo il trattamento integrato, così come indicato in letteratura, rappresenta il fattore principale di efficacia dell’intervento terapeutico.
Il Diabete Mellito è una malattia cronica caratterizzata da elevati livelli di glucosio nel sangue. Tale condizione è causata da un difetto di produzione di insulina da parte del pancreas o da un’alterazione della sua efficacia biologica.
Classificazione eziologica
Sintomi
Nella grande maggioranza dei casi il Diabete tipo 2 non dà alcun sintomo.
Nel diabete tipo 1 vi è spesso perdita di peso e l’inizio della malattia può essere brusco con notevole malessere, sonnolenza e odore di acetone nell’alito.
Diagnosi
Il diabete è diagnosticato quando:
- l’emoglobina glicata (HbA1c) è uguale o superiore a 6.5% (in due circostanze)
oppure
- la glicemia misurata in laboratorio è uguale o superiore a 126 mg/dl (al mattino, dopo 8 ore di digiuno, in due circostanze)
oppure
- la glicemia è uguale o superiore a 200 mg/dl alla seconda ora dopo un carico orale di glucosio (in due circostanze)
oppure
- la glicemia è uguale o superiore a 200 mg/dl in un momento qualsiasi della giornata in presenza di sintomi tipici della malattia (poliuria, polidipsia, calo ponderale).
Esistono anche condizioni in cui i livelli di glucosio nel sangue non sono ottimali e che rappresentano un aumentato rischio di sviluppare il diabete in futuro:
Circa un soggetto ogni 5 in queste condizioni sviluppa diabete in 5 anni.
Fattori di rischio
Diabete tipo 1
Diabete tipo 2
Prevenzione
Alimentazione equilibrata: preferire cibi ricchi di fibre come cereali integrali, legumi, vegetali e ridurre il consumo di zuccheri semplici e di grassi animali. Una dieta ipocalorica in persone con eccesso di peso e glicemia non ottimale ha dimostrato di essere in grado di prevenire il diabete.
Attività fisica
Complicanze del diabete
Acute: disturbi metabolici severi come la chetoacidosi, nel diabete tipo 1, e la sindrome iperosmolare non chetosica, nel diabete tipo 2, seppur rari, mettono a rischio la vita del paziente e devono essere affrontate tempestivamente in regime di ricovero ospedaliero. L’ipoglicemia, è tanto più frequente quanto più il paziente è trattato in maniera intensiva, è una complicanza che genera un notevole malessere al paziente e richiede, in alcuni casi, l’assistenza di altre persone e talora l’ospedalizzazione.
Croniche: il diabete non curato adeguatamente o trascurato, può causare danni ad organi e tessuti. Per tale ragione il diabete può essere considerato una malattia sistemica (di tutto l’organismo).
Cura del diabete
I cardini della cura del diabete sono l’educazione terapeutica, la dieta, l’attività fisica e la terapia farmacologica personalizzata. Il raggiungimento e il mantenimento di buoni livelli di glicemia ed emoglobina glicosilata migliorano la qualità di vita e prevengono l’instaurarsi delle complicanze.
Bibliografia:
La Demenza è una sindrome clinica caratterizzata dalla perdita progressiva delle funzioni cognitive di entità tale da interferire con le usuali attività sociali e lavorative del paziente. Il paziente perde progressivamente la capacità di far fronte alle richieste della vita di ogni giorno e non è più in grado di conservare un comportamento sociale adeguato alle circostanze. Oltre ai sintomi cognitivi (disturbi di memoria, linguaggio, orientamento) sono presenti anche sintomi non cognitivi che riguardano la sfera della personalità, l’affettività e il comportamento. La Demenza è una condizione altamente invalidante, in continuo aumento in tutto il mondo a causa dell’invecchiamento della popolazione e rappresenta una delle più importanti emergenze che i sistemi sanitari si troveranno ad affrontare nei prossimi decenni.
La sindrome demenziale non è determinata da una specifica causa, in quanto numerosi processi patologici possono portare a Demenza. La Malattia di Alzheimer è la causa più frequente di demenza (40-50% dei casi); altrettanto frequente è la Demenza di origine vascolare, mentre altre patologie neurodegenerative, quali la Demenza a Corpi di Lewy e la Demenza FrontoTemporale, costituiscono il restante 10-20% dei casi di demenza. Una piccola percentuale dei casi è secondaria a patologie potenzialmente reversibili.
Malattie più rare
La malattia di Alzheimer è stata descritta per la prima volta nel 1906, dal neuropsichiatra tedesco Alois Alzheimer, ed è la forma più comune di Demenza degenerativa progressiva. Il suo esordio è prevalente in età presenile, prima dei i 65/70 anni.
Il sintomo iniziale più frequente è la difficoltà nel ricordare eventi recenti. Con l'avanzare del tempo si evidenziano altri sintomi come: difficoltà di linguaggio, disorientamento, cambiamenti repentini di umore, incapacità di prendersi cura di sé, disturbi del comportamento. Anche se la velocità di progressione può variare, il decorso medio di malattia dopo la diagnosi è dagli otto ai dodici anni.
In Italia le ultime stime ci dicono che nel corso dell'anno vengano diagnosticati circa 373.300 nuovi casi di tumore, di cui il 52% fra gli uomini e il 48% fra le donne cioè mediamente ogni giorno più di 1.000 nuove diagnosi.
Negli ultimi anni, sono però complessivamente migliorate le percentuali di guarigione: il 63% delle donne e il 54% degli uomini è vivo a cinque anni dalla diagnosi.
Il merito di questo traguardo è da riferire soprattutto alla maggiore adesione alle campagne di screening, che consentono di individuare la malattia in uno stadio iniziale, alla maggiore efficacia delle terapie disponibili e all’approccio multidisciplinare alla malattia.
Il portale OPEN SALUTE LAZIO strumento di informazione, creato dal Dipartimento di Epidemiologia della Regione Lazio, offre un quadro sintetico dello stato di salute della popolazione residente nella Regione, in ogni singola ASL, Distretto, Comune con stime che vengono periodicamente aggiornate.
La ASL Rieti aderisce alle campagne di screening regionali per il tumore della mammella, della cervice e del colon retto.
Tra i principali tumori che colpiscono la popolazione italiana ci sono quello alla cervice uterina, alla mammella e al colon retto. Il loro decorso naturale però può essere cambiato grazie allo screening.
Gli esami di prevenzione, infatti, servono a diagnosticare precocemente l’eventuale insorgenza di un tumore di questo tipo e possono salvarti la vita con terapie precoci, efficaci e meno aggressive.
Sono esami poco invasivi, gratuiti e soprattutto sono percorsi organizzati dove non devi pensare a nulla, solo alla tua salute.
Attività
Patologie Reumatologiche
La Reumatologia è una branca della Medicina che si occupa di malattie diverse, definite malattie reumatiche, che interessano prevalentemente l’apparato muscolo-scheletrico (ossa, tendini, capsula articolare, muscoli ecc.) e possono anche coinvolgere altri organi ed apparati.
Le patologie reumatiche sono malattie contraddistinte dall’infiammazione di articolazioni, legamenti, tendini, ossa o muscoli e che in certe situazioni possono colpire organi vitali come il cuore, reni, polmoni ecc.. Se non diagnosticate e trattate precocemente possono condurre alla perdita di funzionalità delle strutture infiammate.
Le Malattie Reumatiche sono tante, oltre cento e sono molto diverse fra loro sia per la sintomatologia che può avvertire il malato sia per i segni con cui si presenta la malattia. Tra di esse sono comprese l’artrite reumatoide, il lupus eritematoso sistemico, la sclerodermia, le spondiloartropatie, la polimiosite e la dermatomiosite e la sindrome di Sjögren, ecc. Alcune sono classificate come patologie del tessuto connettivo (connettiviti), invece altre si collocano tra le patologie infiammatorie articolari (artriti).
Le accomuna tutte l’impegno articolare i cui sintomi prevalenti sono il dolore di diversa entità e la ridotta capacità funzionale dell’articolazione stessa. Ma anche altre strutture periarticolari come i tendini, i legamenti, i muscoli ed altri organi ed apparati possono essere interessati a seconda della diversa malattia reumatica.
Si comprende quindi perché il dolore articolare (artralgia) o il dolore muscolare (mialgia) da soli non indicano una precisa diagnosi.
Le Malattie Reumatiche possono insorgere a qualsiasi età, anche nei bambini, e sono di solito più comuni nelle donne . Principalmente possono essere di tipo: degenerativo (per esempio l’artrosi), infiammatorio (per esempio le artriti) e dismetabolico, cioè legate a disturbi metabolici (acido urico, diabete, obesità, ecc.).
Le Malattie Reumatiche hanno prevalentemente un andamento evolutivo cronico e proprio per questo possono esitare in uno stato di disabilità.
Le modalità di comparsa sono diverse; possono comparire all’improvviso ed in maniera acuta oppure il loro esordio può essere più lieve, insidioso e lento nel corso del tempo.
La causa (eziologia) della gran parte delle malattie reumatiche a tutt’oggi non è nota. Alla radice delle patologie reumatiche c’è una combinazione di fattori genetici e ambientali. Anche se si può nascere avendo una predisposizione al loro sviluppo, di solito serve uno stimolo esterno perché comincino a presentarsi i primi sintomi. Tra i fattori ambientali inclusi nell’inizio delle patologie reumatiche sono compresi i virus. Inoltre la maggiore rilevanza nella popolazione femminile ha condotto a ipotizzare che anche gli ormoni possano avere un ruolo nello sviluppo di queste malattie.
I sintomi più tipici delle patologie reumatiche dipendono dalla zona interessata. Ad esempio possono presentarsi con l’artrite ( gonfiore e rigidità delle articolazioni colpite), sintomi da coinvolgimento degli organi interni (ad esempio: disturbi della respirazione, disturbi della deglutizione, insufficienza renale) e sintomi da infiammazione sistemica tipo febbre ed astenia.
Per questo motivo è importante riconoscerne tempestivamente i sintomi, effettuare una diagnosi precoce ed instaurare, prima possibile, un corretto trattamento farmacologico.
Le Malattie Reumatiche colpiscono circa una persona su dieci, oltre 5 milioni e mezzo di persone in Italia. Oltre 300 milioni di persone nel mondo.
Le malattie reumatiche più diffuse in Italia
ARTROSI 3.900.000
REUMATISMI MUSCOLARI 700.000
SPONDILOENTESARTRITI 480.000
ARTRITE REUMATOIDE 300.000
GOTTA 100.000
CONNETTIVITI (LUPUS, SCLERODERMIA) 100.000
OSTEOPOROSI 23% delle donne sopra i 40 anni 14% degli uomini sopra i 60 anni
OSTEOPOROSI
È la malattia più diffusa dello scheletro ed è caratterizzata da una diminuizione della resistenza ossea associata ad un deterioramento della microarchitettura dell’osso con un conseguente aumento della fragilità scheletrica e predisposizione alle fratture che possono verificarsi per piccoli traumi o anche spontaneamente. Le fratture osteoporotiche sono gravate da un elevato tasso di disabilità, spesso richiedono interventi chirurgici e interferiscono con la qualità e l’aspettativa di vita dei pazienti. L’osteoporosi colpisce soprattutto le donne dopo la menopausa, quando cioè lo scheletro perde l’effetto protettivo degli ormoni sessuali. Oltre alle forme primarie (osteoporosi post-menopausale ed osteoporosi senile), esistono le forme secondarie ossia tutte quelle forme di osteoporosi che si manifestano a seguito di altre malattie in grado di alterare il metabolismo osseo. Nelle forme secondarie sono compresi i disordini endocrini quali l’iperparatiroidismo, la sindrome di Cushing, la carenza di ormoni sessuali (ipogonadismo), il diabete, la malnutrizione, alcune malattie gastrointestinali quali il Morbo di Crohn, il Morbo Celiaco, alcune malattie reumatiche quali l’artrite reumatoide, l’uso di cortisonici e altri farmaci quali gli antidepressivi e gli antiepilettici.
Esistono importanti fattori di rischio che predispongono alle fratture da fragilità: sesso femminile, menopausa precoce, stato di magrezza, fumo o eccessivo consumo di alcool, familiarità e dieta povera di calcio, ecc.
Le tipiche fratture da osteoporosi sono considerate quelle dei corpi vertebrali, del collo del femore e del polso (frattura di Colles).
Si possono prevenire le malattie reumatiche?
Per la maggior parte delle Malattie Reumatiche, non essendo nota la causa, non è possibile attuare una prevenzione primaria, cioè evitare che la malattia si manifesti.
Si può, invece, avviare una prevenzione secondaria, cioè, laddove la malattia si è già manifestata, si possono applicare quei principi terapeutici, farmacologici, riabilitativi, stile di vita, atti a ridurne il danno ed a prevenirne così uno stato di disabilità.
L’apparato respiratorio è l’insieme degli organi (naso, faringe, laringe, trachea, bronchi, alveoli, pleura, gabbia toracica, diaframma e muscoli intercostali) deputati agli scambi gassosi tra l’ambiente esterno e l’organismo. Esso quindi procede all’assunzione di ossigeno ed all’eliminazione dell’anidride carbonica, prodotto di scarto del metabolismo cellulare, e nello svolgimento di tale attività è in stretta connessione con l’apparato cardio-circolatorio. Considerata la complessità delle attività dei vari organi possiamo distinguere una “pompa”, composta dalle strutture osteo-muscolari del torace, che permettono l’attuazione degli atti respiratori, delle “vie di conduzione” (naso, faringe, laringe, trachea e bronchi) in cui scorre l’aria ed uno “scambiatore”, il polmone vero e proprio dove negli alveoli si avverano gli scambi gassosi. Diversi possono quindi essere gli insulti, provenienti dall’esterno (fumo di sigaretta, inquinamento ambientale, infezioni) o secondari ad altre patologie (patologie della gabbia toracica o neuro-muscolari), che possono inficiare l’attività dell’apparato respiratorio. Tra le patologie respiratorie più diffuse tra la popolazione del nostro paese troviamo:
Quest’ultima situazione è quella associata alla Sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno (OSAS), disturbo respiratorio del sonno più comune tra la popolazione generale (4%-9%) e condizione morbosa caratterizzata da ricorrenti episodi di collasso delle vie aeree superiori che determinano riduzione del livello di ossigenazione sanguigna e che abitualmente si concludono con un episodio di risveglio transitorio. Fattori di rischio noti sono: obesità, anche se il 50% dei pazienti è normopeso o solo sovrappeso, alterazioni cranio facciali o occlusali, sesso maschile, malattie genetiche (per es. sindrome di Prader Willy). Qualsiasi condizione in grado di determinare il restringimento del lume faringeo (compressione dall’esterno, riduzione della pressione all’interno del lume o ridotto tono muscolare) predispone all’occlusione, la cui sede può essere differente da un individuo all’altro o può variare nello stesso individuo in funzione dello stadio del sonno e della posizione corporea a letto. L’OSAS è diagnosticabile in presenza di:
La patologia è associata ad un incremento di frequenza di una serie di patologie come: ipotiroidismo, ipertensione arteriosa spesso resistente alla terapia farmacologica, aritmie cardiache come la fibrillazione atriale ricorrente, diabete mellito tipo 2, e ad un incremento della mortalità più significativo nel soggetto adulto giovane (30-50 anni). Il “gold standard” terapeutico è rappresentato dall’applicazione notturna in maschera nasale di Pressione Positiva Continua (CPAP), che abolisce l’ostruzione totale o parziale delle alte vie aeree. Ottimi risultati si ottengono in pazienti adulti selezionati, con gli Avanzatori Mandibolari (MAD), ed in età pediatrica con l’adeno-tonsillectomia, l’ortognatodonzia e la terapia miofunzionale. La terapia è comunque sempre personalizzata e necessita di un approccio integrato tra diversi specialisti (pneumologo, otorinolaringoiatra, odontoiatra, neurologo, nutrizionista, pediatra, ecc.).
Le malattie dell’occhio sono moltissime, ci limiteremo pertanto a fornire una informazione approfondita delle principali e più frequenti patologie oculari cosi come dei difetti visivi (vizi di refrazione) più diffusi.
LE PRINCIPALI PATOLOGIE OCULARI
Infiammazioni
Le più frequenti infiammazioni dell’occhio possono essere a carico degli annessi oculari o del bulbo oculare.
Quelle a carico degli annessi sono:
Le infiammazioni più frequenti a carico del bulbo oculare sono:
La cataratta
La cataratta è una patologia dell'occhio determinata dall'opacamento parziale o totale del cristallino. Può essere congenita - e quindi non evolutiva - o acquisita, ovvero di carattere progressivo.
Tra le cataratte acquisite si distinguono:
La sintomatologia consiste in una diminuzione dell'acuità visiva, che nei casi più gravi arriva alla cecità.
La terapia è chirurgica (faco-emulsificazione con ultrasuoni e/o facolisi laser) e consiste nell'asportazione parziale o totale del cristallino opacizzato e l’impianto (contestuale o secondario) di una lente intraoculare (IOL) all'interno del globo oculare.
Il glaucoma
Il glaucoma è una malattia oculare dovuta, nella maggior parte dei casi, ad un aumento della pressioneintraoculare (ma esistono anche forme di glaucoma in cui la pressione intraoculare risulta normale) ed è una delle più frequenti cause di cecità nel mondo (colpisce circa il 2% dei soggetti di età superiore ai 35 anni). Il glaucoma è, purtroppo, una malattia quasi sempre asintomatica e può essere quindi diagnosticata solo con visite di prevenzione.
La cecità legata al glaucoma infatti si può quasi sempre prevenire purchè la malattia venga diagnosticata e curata tempestivamente-
Il cheratocono
Il cheratocono è una malattia degenerativa ereditaria della cornea caratterizzata da uno sfiancamento dell’apice corneale che assume la forma di un conoide.
Si possono avere forme lievissime, di cui il paziente non si accorge e che sono diagnosticate solo topograficamente, e forme molto gravi in cui la deformazione e l’assottigliamento della cornea producono un astigmatismo irregolare molto elevato e delle opacità centrali che limitano fortemente la visione. Tra questi due estremi si osservano tutti i quadri intermedi.
Le forme più lievi possono essere corrette con occhiali o lenti a contatto. Le forme che invece tendono a peggiorare velocemente nel tempo possono essere trattate mediante il cross-linking corneale. Nei casi più avanzati caratterizzati da un marcato assottigliamento della cornea e da un deficit visivo importante sarà necessario intervenire chirurgicamente con un trapianto di cornea che, a seconda della gravità e della età del paziente, potrà essere limitato alla sostituzione parziale del tessuto corneale (cheratoplastica lamellare) o totale (cheratoplastica perforante).
La diagnosi del cheratocono, eseguibile nelle forme avanzate con la biomicroscopia del segmento anteriore e la cheratometria durante una routinaria visita oculistica, si avvale nelle forme meno evolute dell’ausilio della topografia corneale. In particolare è fondamentale la topografia corneale altitudinale che mostra la conformazione sia della superficie anteriore, sia di quella posteriore della cornea oltre alla pachimetria corneale (la misura dello spessore della cornea). La periodica esecuzione di questo esame consente di controllare con precisione l’evoluzione del cheratocono.
LE PATOLOGIE RETINICHE E VITREALI
La degenerazione maculare senile
È una patologia che coinvolge dopo i 60-65 anni la parte posteriore della retina (macula) responsabile della visione centrale (IN PARTICOLARE LA VISIONE PER VICINO) determinandone una diminuzione variabile a seconda delle forme, mantenendo inalterato il campo visivo periferico (visione periferica).
Ne esistono diverse forme:
La retinopatia diabetica
Il diabete è responsabile di gravi alterazioni a carico dei vasi sanguigni di piccolo calibro tra cui quelli presenti nell’occhio.
Nelle prime fasi (retinopatia diabetica non proliferante) compaiono microaneurismi ed aree ischemiche (le modificazioni vascolari producono un minore afflusso di sangue nei distretti interessati) che si apprezzano come essudati (duri e cotonosi) ed emorragie retiniche (superficiali e profonde) all’esame oftalmoscopico del fondo dell’occhio ed edema della macula (evidenziabile con la fluorangiografia retinica e con l’OCT). Se le aree ischemiche non vengono diagnosticate e trattate con il laser, favoriscono la comparsa di nuovi vasi sanguigni anomali (neovasi), a partenza dalla coroide, i quali invadono la retina e lo spazio vitreale e possono dare gravi episodi emorragici (emorragie retiniche, emovitreo) con grave compromissione visiva. La contrazione dei neovasi e dei coaguli di sangue può portare a distacco di retina trazionale. L’interessamento anteriore dell’uvea (rubeosis iridea) può contemplare l’affollamento dei neovasi nell’angolo irido-corneale con diminuito deflusso dell’umore acqueo e comparsa di glaucoma neo-vascolare.
Nell’insorgenza della retinopatia diabetica rivestono importanza sia la durata che la gravità della malattia diabetica. È quindi essenziale che il paziente diabetico tenga sotto controllo al meglio la sua malattia e si sottoponga a visite oculistiche annuali ed a fluorangiografia retinica ed OCT periodicI, in quanto solo una tempestiva terapia laser (che distrugge le aree ischemiche ed i neovasi) evitare le gravi sequele emorragiche della retinopatia diabetica proliferante e/o l’insorgenza di un edema maculare diabetico. In questo ultimo caso soltanto la terapia intravitreale (iniezione all’interno del bulbo oculare di farmaci ANTI-VEGF e/o steroidi) può contrastare l’inevitabile perdita della visione.
Nella maggior parte dei casi il paziente diabetico sviluppa la retinopatia dopo 10-15 anni dalla sua insorgenza, ma in casi gravi le lesioni retiniche possono comparire precocemente.
Il Distacco di Retina
l distacco della retina è una delle più serie emergenze che riguardano l'occhio e la vista. Si verifica quando uno strato della retina, tessuto fondamentale per la visione, si solleva trascinando con sé i vasi sanguigni che alimentano di ossigeno e nutrienti l'occhio. Dopo appena 48 ore dal distacco inizia la morte delle cellule e questo provoca la perdita progressiva della vista. Specie se la porzione di retina distaccata è quella centrale.
Cos'è il distacco della retina?
Si distinguono quattro tipologie diverse di distacco di retina:
Quando il distacco coinvolge la parte più centrale della retina, la regione maculare e la fovea, la perdita di visione è molto più grave e la possibilità di riacquistare la vista è compromessa.
Quali sono le cause del distacco della retina?
Il distacco della retina può verificarsi in seguito a:
Quali sono i sintomi del distacco della retina?
Il distacco della retina è sempre anticipato da alcuni segnali:
Diagnosi
La diagnosi si ottiene attraverso:
Trattamenti
La terapia del distacco della retina deve essere messa in atto il più rapidamente possibile, per evitare che con il passare del tempo si instauri la perdita completa della vista.
I trattamenti standard sono:
Prevenzione
La comparsa di corpi scuri nella vista e lampi di luce (miodesopsie e fotopsie) deve mettere in allarme il paziente e spingerlo a sottoporsi al più presto ad una visita oculistica. La miglior prevenzione consiste nel conoscere i sintomi e in controlli della vista periodici. È importante sapere che le miodesopsie non scompariranno con il tempo, ma saranno sempre visibili, soprattutto in presenza di variazioni di luminosità. Con il tempo tuttavia le macchie si riducono lievemente e il fastidio diminuisce.
Le patologie vitreali
Il vitreo è una gelatina trasparente che occupa tutta la parte posteriore dell’occhio, dietro l’iride ed il cristallino e tappezza tutta la retina aderendo ad essa posteriormente ed in periferia (base del vitreo).
Le patologie vitreali più frequenti sono:
I DIFETTI VISIVI
Miopia
La miopia è il difetto della vista più diffuso, interessa il 30% della popolazione europea, e costituisce la più comune delle alterazioni dell'occhio. Nel miope la vista da lontano è ridotta e gli oggetti appaiono sfuocati. Questo perché i raggi luminosi provenienti da oggetti lontani cadono su un piano posto davanti alla retina, generando un'immagine retinica confusa. La causa più comune risiede in una eccessiva lunghezza del bulbo oculare ed è per questo motivo che risulta molto importante eseguire uno screening della miopia in tutti i bambini in età pre-scolare visto che con la crescita il difetto è destinato inevitabilmente a peggiorare.
I sintomi della miopia
Per vedere nitidamente il miope ha quindi bisogno costantemente, alla guida o nelle attività di tutti i giorni, degli occhiali e di lenti a contatto che permettono di dirigere in modo appropriato i raggi di luce in modo da formare immagini nitide sulla retina. Talvolta la miopia può essere accompagnata anche da alterazioni della retina in grado di compromettere la funzionalità visiva. In presenza di alterazioni della retina centrale, né gli occhiali né le lenti a contatto consentono una vista nitida e immagini non sfuocate.
Diagnosi
Visita oculistica con misura dell'acutezza visiva:
La diagnosi di miopia avviene durante la visita oculistica con la quale si misura l'acutezza visiva e vengono determinate con precisione le diottrie del difetto visivo, anche con l'ausilio di gocce cicloplegiche, che provocano la dilatazione della pupilla e una difficoltà nella messa a fuoco.
La miopia viene espressa in diottrie durante una visita oculistica. Semplificando, corrispondono al potere della lente necessaria per vedere nitidamente i simboli sul tabellone. L’ottotipo è la tabella con le lettere ed i simboli che l’oculista sottopone al paziente ed è espressa in decimi, dove 1/10 rappresenta la prima riga della tabella mentre 10/10 l’ultima. Un paziente con una vista sana deve quindi leggere 10/10 per ciascun occhio.
Trattamenti
Si può correggere la condizione con occhiali o lenti a contatto. Un'altra opzione di trattamento per la miopia è un intervento chirurgico.
La chirurgia foto refrattiva si avvale dell'utilizzo dei laser ad eccimeri ed a femtosecondi. L'energia del laser interrompe i legami fra le molecole e provoca una "evaporazione" del tessuto bersaglio senza danni sui tessuti circostanti.
COSA E’ BENE SAPERE
La correzione dei difetti visivi con il laser rappresenta una alternativa agli occhiali e alle lenti a contatto ma non può migliorare la vista di un occhio affetto da altre patologie. Ciò significa che se un paziente oltre alla miopia è affetto da un'altra patologia oculare (per esempio una malattia della retina) o ha un “occhio pigro” non potrà assolutamente migliorare la sua acuità visiva. In altre parole, la chirurgia refrattiva permettere di correggere esclusivamente la miopia.
Gli interventi di chirurgia refrattiva non sono effettuabili con il Servizio Sanitario Regionale se non in casi accuratamente documentati (per esempio quando esiste una forte differenza di miopia tra i due occhi oppure in caso di dimostrata intolleranza alle lenti a contatto).
Ipermetropia
L’ipermetropia è un difetto di refrazione per il quale la vista degli oggetti vicini risulta maggiormente sfocata rispetto a quelli lontani; a volte è possibile vedere nitidamente gli oggetti molto distanti nelle ipermetropie lievi, ma nel caso delle ipermetropie elevate anche questi risultano sfocati. La luce proveniente dagli oggetti, sia da quelli lontani sia da quelli più prossimi, non viene messa a fuoco perfettamente sulla retina, ma su un piano posto dietro ad essa.
Che cos'è l'ipermetropia?
Nell'ipermetropia lieve, finché si è giovani, l'occhio riesce a compensare il proprio difetto con il meccanismo naturale dell'accomodazione (cioè il potere di mettere a fuoco che ha il cristallino modificando la sua forma all'interno dell'occhio), ma verso i 40 anni questa capacità inizia a diminuire e allora si rendono necessarie le lenti correttive. I pazienti hanno la sensazione di un peggioramento visivo che sembra progressivo, in effetti tale difetto è congenito e con l'età è solo la capacità di compensarlo che viene meno. Per questo con l'avanzare dell'età va corretta con gli occhiali.
Per questo con l'avanzare dell'età non si è più in grado di compensare il deficit.
Quali sono le cause dell'ipermetropia?
La causa più comune dell’ipermetropia è l'occhio troppo corto.
Quali sono i sintomi dell'ipermetropia?
L'ipermetrope ha difficoltà a guardare oggetti vicini, ha bisogno per questo di strizzare gli occhi per vedere chiaramente. Inoltre, il cristallino che tende a compensare il difetto è sottoposto a uno stress continuo del muscolo ciliare, che non è mai rilassato. Il passaggio naturale dalla visione di oggetti distanti e oggetti vicini determina, , un continuo aggiustamento. Non è raro che questo meccanismo dia vita a sintomi quali:
Diagnosi
Visita oculistica, sia per i bambini che per gli adulti. Nei bambini è fondamentale l'utilizzo di gocce "cicloplegiche", cioè la dilatazione della pupilla per annullare l'effetto compensatorio del cristallino deve essere quindi in grado di smascherare il difetto reale.
L'ipermetropia si misura in diottrie. Più elevato sarà il difetto, più grande sarà la correzione da prescrivere, quindi un occhiale o una lente a contatto caratterizzato da un numero elevato di diottrie.
Trattamenti
Si può correggere l'ipermetropia con occhiali o lenti a contatto. Un'altra opzione di trattamento per l'ipermetropia è un intervento chirurgico.
La chirurgia foto refrattiva si avvale dell'utilizzo del laser ad eccimeri. L'energia del laser interrompe i legami fra le molecole e provoca una "evaporazione" del tessuto bersaglio senza danni sui tessuti circostanti.
Anche per la chirurgia refrattiva della ipermetropia valgono le stesse avvertenze già espresse per la chirurgia della miopia
Prevenzione
Visite oculistiche, fondamentali nella prima infanzia verso i 5 anni di età o prima se esiste familiarità per patologie oculari o se ci sembra che il bambino adotta atteggiamenti particolari quando guarda gli oggetti o la televisione (strizza, si sfrega gli occhi o soprattutto li storce)
L'astigmatismo
'astigmatismo può essere presente dalla nascita e può essere associato a miopia, ipermetropia e presbiopia, con differenti combinazioni tra i difetti e differenti livelli di gravità.
Che cos'è l'astigmatismo?
L' astigmatismo è un difetto dell'occhio molto comune e generalmente facilmente curabile che dipende dalla forma della cornea, che non è simile a quella di un pallone da calcio, ma è più simile a quella di un pallone da rugby e quindi la curvatura non è la medesima sui diversi meridiani. I raggi di luce non vengono messi a fuoco tutti nello stesso punto. Questo accade perché l'occhio non ha lo stesso potere di messa a fuoco lungo tutti i meridiani della cornea, provocando nei casi più lievi una minore nitidezza delle immagini. L'astigmatismo peggiora la vista sia da lontano che da vicino e non ha rapporti con l'età del paziente come la presbiopia.
Quali sono le cause dell'astigmatismo?
A causare l'astigmatismo può essere un'alterazione della curvatura della cornea che, anziché avere una forma normalmente sferica ha un profilo ellissoidale. In questo caso i raggi di luce provenienti dagli oggetti vengono proiettati in maniera disuguale nei vari punti della retina. L'occhio astigmatico vede male sia da lontano sia da vicino, gli oggetti possono apparire sfocati ma anche sdoppiati.
Quali sono i sintomi dell'astigmatismo?
Poiché gli oggetti non sono messi a fuoco in modo uguale in tutti i meridiani alcune parti di essi sono a fuoco, e altre fuori fuoco. Ad esempio guardando una “E” l’astigmatico può vedere la linea verticale a fuoco e le linee orizzontali fuori fuoco e viceversa. Il cristallino in alcuni casi può in parte compensare, mettendo a fuoco prima le linee verticali e poi orizzontali e lasciare poi al cervello il compito di elaborarle. Nei casi più gravi, gli oggetti possono apparire distorti in diversi modi: per esempio un cerchio viene percepito come una forma ovale. Lo sforzo visivo per compensare il difetto può provocare cefalea, affaticamento, bruciore e dolore che interessa i bulbi oculari e l'arcata ciliare, lacrimazione.
Diagnosi
Visita oculistica: spesso chi è astigmatico non se ne accorge se non dopo un'accurata valutazione medica. È importante sottoporsi periodicamente, sin da bambini, a controlli presso un medico oculista.
Gli esami impiegati per definire il tipo di astigmatismo sono:
Trattamenti
Il trattamento dell'astigmatismo ha come obiettivo quello di compensare la curvatura irregolare che causa la visione offuscata. Si può ottenere con lenti correttive: occhiali o lenti a contatto. La diagnosi corretta e la prescrizione migliore dell'occhiale deriva sempre da un esame medico approfondito. Esami sommari spesso correggono in modo insufficiente tale difetto. Un altro metodo di correzione è quello chirurgico. In passato questo difetto veniva corretto con chirurgia incisionale, come la cheratotomia radiale, oggi superata dal laser ad eccimeri.
Il laser ad eccimeri può correggere i difetti visivi mediante la vaporizzazione a freddo del tessuto corneale in modo mirato. Questo può avvenire in superficie con diverse metodiche che si differenziano l'una dall'altra solo per la preparazione preliminare all'azione del laser. Anche in questo caso valgono le stesse considerazioni fatte per la chirurgia laser della miopia.
Prevenzione
Per prevenire l'astigmatismo è bene effettuare visite oculistiche sin dai 4 o 5 anni, ma in caso di familiarità con malattie oculari anche prima di questa età.
Le malattie dell'apparato cardiocircolatorio sono un gruppo di patologie a carico del cuore e/o dei vasi sanguigni. Le più diffuse sono l'infarto del miocardico, lo scompenso cardiaco, le aritmie, l'ipertensione arteriosa, le malattie delle valvole cardiache, la pericardite.
Aritimie Cardiache
L’aritmia è una alterazione del ritmo cardiaco o della frequenza cardiaca (cioè del numero di battiti al minuto). Questo vuol dire che il cuore può battere troppo velocemente (tachicardia), troppo lentamente (bradicardia) o con un ritmo completamente irregolare (ad esempio fibrillazione atriale). La maggior parte delle aritmie sono innocue ma a volte possono essere causa di episodi sincopali, arresto cardiaco o ictus.
Extrasistoli
Sono battiti cardiaci aggiuntivi, spesso innocui e asintomatici e possono essere di due tipi: sopraventricolari e ventricolari. Si verificano anche nelle persone del tutto sane e possono essere anche provocate dallo stress o dall'eccessivo uso di bevande contenenti caffeina o sostanze stimolanti.
Aritmie Sopraventicolari
Sono le aritmie più comuni, si verificano anche nelle persone del tutto sane e possono essere provocate anche da situazioni di stress fisico ed emotivo oppure dall’eccessivo uso di bevande contenenti caffeina o sostanze stimolanti.
Aritmie Ventricolari
Possono essere causate da eventi ischemici cardiaci, come l’infarto acuto, oppure da patologie non ischemiche come la cardiomiopatia dilatativa, la miocardite oppure le patologie dei canali elettrici.
Bradicardia
È caratterizzata da una frequenza cardiaca più bassa del normale (inferiore a 50 battiti al minuto). Questo può far sì che arrivi poco sangue al cervello, causando la sincope (improvvisa perdita di coscienza). La bradicardia può insorgere a causa di processi legati all’invecchiamento, per alterazione degli elettroliti nel sangue, oppure per l’impiego si alcuni farmaci cosiddetti ‘bradicardizzanti’, quali i beta-bloccanti e la digitale. Alcune forme di bradicardia, come la malattia del nodo del seno oppure il blocco atrioventricolarevengono trattate con l’impianto di un pacemaker.
Prevenzione - Per mantenere in buona salute il tuo cuore è necessario avere: