Cosa è il RADON?
Il RADON è un gas radioattivo di origine naturale, inodore, incolore ed insapore; tutte caratteristiche che non lo rendono percepibile dai nostri sensi e perciò difficile da individuare e da quantificarne la presenza.
Rischio radon quali sono i riferimenti normativi?
Il principale riferimento normativo per i rischi connessi a questo gas è il D.Lgs. 101/2020 che attua la direttiva 2013/59/Euratom.
Il decreto disciplina tanto il mantenimento e miglioramento della sicurezza degli impianti nucleari, della gestione del combustibile nucleare e dei rifiuti radioattivi, quanto la protezione sanitaria delle persone esposte a radiazioni ionizzanti o radiazioni cosmiche.
Il D.Lgs. 101/2020 va ad abrogare i decreti legislativi precedenti e definisce una normativa specifica riguardante la protezione della popolazione e dei lavoratori da radiazioni ionizzanti, adeguando la legislazione italiana a quella europea e attuando, pertanto, la direttiva 2013/59/Euratom.
Il 21 febbraio 2024 è stato pubblicato sulla gazzetta ufficiale il nuovo piano nazionale d’azione per ilradon (PNAR)2023-2032 con l’obiettivo di individuare:
Nel PNAR sono indicate anche le norme adottate in ambito regionale in materia di radioattività naturale.
Dove si trova?
Il Radon è un gas che si forma prevalentemente all’interno delle rocce contenenti i suoi precursori (uranio e radio), in particolare rocce di origine magmatica come i graniti e i porfidi. Poiché si tratta di un gas inerte, si può muovere liberamente attraverso materiali porosi come il terreno o i frammenti di roccia.
Oltre al suolo, alle rocce e all’acqua in cui sono presenti i suoi precursori, ci sono anche altre vie di trasmissione del radon: pavimentazioni e pareti a contatto con il suolo e non adeguatamente isolate (fratture e fessure, tubature e canalizzazioni non ben sigillate, che andrebbero quindi ben controllate se si vive in una zona più a rischio).
Come si misura il radon?
È possibile misurare la concentrazione di radon nella propria casa mediante l’uso di piccoli ed economici dispositivi (rivelatori) da posizionare all’interno di uno o più locali della propria abitazione (generalmente camera da letto e/o stanza da pranzo).
Stimare la presenza o la concentrazione di questo gas non è semplice poiché le concentrazioni possono variare sia d spazio a spazio (anche tra edifici vicini) sia nel tempo, tra giorno e notte, estate e inverno e tra diverse condizioni metereologiche.
A causa di queste fluttuazioni, per avere una valutazione attendibile del quantitativo medio di Radon presente nell’aria di un ambiente, è necessario procedere a una misurazione per un periodo prolungato, di qualche mese almeno. L’ideale sarebbe procedere a una misurazione su base annuale, effettuandola con appositi strumenti (dosimetri passivi) in grado di registrare le tracce delle radiazioni emesse, proporzionali alla concentrazione del gas nell’ambiente.
L’unità di misura della concentrazione di attività di radon, secondo il Sistema di Unità Internazionale (SI) è espressa in Becquerel per metro cubo (Bq/m3), dove il Becquerel indica il numero di decadimenti al secondo di una sostanza radioattiva.
L’art.12 del D.Lgs. 101/2020 che attua la direttiva 2013/59/Euratom stabilisce i nuovi livelli massimi di riferimento per le abitazioni e i luoghi di lavoro. Questi valori sono espressi in termini di concentrazione media annua di attività di radon in aria e sono rispettivamente:
Inoltre, il comma 1 lettera d) fissa in 6 mSv il livello di riferimento per la dose efficace annua.
FAQ
Se la concentrazione di radon misurata nella mia abitazione è superiore ad un livello di riferimento previsto dalle normative, c’è un rischio immediato di contrarre un tumore al polmone?
L’entità del rischio dipende non solo dalla concentrazione di radon a cui è esposti, ma anche da quanto dura l’esposizione. L’aumento del rischio di contrarre un tumore polmonare connesso con l’esposizione al radon è stato stimato per esposizioni di radon protratte per lunghi periodi di tempo (25-30 anni).
Dove è presente il radon?
Il radon è presente in tutti gli ambienti chiusi ed è presente anche all’aperto (ma in concentrazioni molto inferiori che nei luoghi chiusi).
In generale, la concentrazione di radon è maggiore negli ambienti chiusi che sono a diretto contatto con il suolo e quindi, tranne in alcuni casi, è maggiore nei piani più bassi di un edificio. Tuttavia, nei locali sotterranei dove è presente un impianto per il ricambio forzato dell’aria, è frequente trovare concentrazioni di radon inferiori a quelle riscontrate nei locali ai piani superiori dello stesso edificio.
La concentrazione di radon negli edifici dipende anche dalle loro caratteristiche strutturali, in particolare dalle caratteristiche dell’interfaccia tra edificio e suolo, dai materiali utilizzati per la costruzione, dalla tipologia costruttiva, dal ricambio di aria interna, dovuto alla ventilazione naturale (porte e finestre), e dagli impianti di ventilazione forzata.
Come penetra il radon negli edifici?
Le principali fonti di ingresso del radon negli ambienti di vita e di lavoro sono:
La penetrazione del RADON negli edifici avviene principalmente per effetto della differenza di pressione che si viene a creare tra l’edificio e il suolo a causa della differenza di temperatura tra interno ed esterno, soprattutto in inverno nel periodo di riscaldamento. Questo “effetto camino” determina il richiamo di aria e, con essa del RADON, dal sottosuolo attraverso fessure nel pavimento, giunzioni del pavimento e delle pareti, nonché attraverso le tubature dei servizi tecnologici quali gas, elettricità, fognatura, ecc.
Il radon è un rischio per la salute?
Il pericolo maggiore del gas Radon è correlato all’INALAZIONE: inspirato in quantitativi in eccesso e per periodi prolungati, può infatti provocare seri danni alla salute, in particolare ai polmoni, qualificandosi come seconda causa di rischio per l’insorgenza di un tumore, dopo il fumo (questo significa che i fumatori che vivono a contatto con il radon e fumano un pacchetto di sigarette al giorno corrono un rischio di malattia 25 volte più alto) e prima causa per i non fumatori.
Esiste una concentrazione di radon al di sotto della quale non si corrono rischi?
Il rischio di sviluppare un tumore al polmone aumenta in modo lineare con la concentrazione di radon. Ad oggi non è stata trovata una concentrazione di soglia al di sotto della quale il rischio sia zero. Per cui, anche concentrazioni basse di radon possono far aumentare, anche se di poco, il rischio di tumore al polmone.
Il radon è causa di altri tipi di tumore oltre a quello polmonare?
Dagli studi effettuati fino ad oggi, non esistono evidenze significative che mettono in relazione il radon con altri tipi di tumore.
Cosa occorre fare per ridurre il rischio di tumore polmonare?
In primo luogo, se si è fumatori, bisogna fare di tutto per smettere di fumare.
In secondo luogo, bisogna misurare la concentrazione di radon nella propria abitazione e, soprattutto nel caso questa risultasse elevata, procedere a ridurla attraverso specifiche azioni di risanamento.
Nel caso si abbia intenzione di abitare in un edificio di nuova costruzione, è possibile ridurre più facilmente l’ingresso del radon al suo interno (ed il rischio ad esso associato) accertandosi che semplici azioni di prevenzione siano intraprese in fase di costruzione dell’edificio.