Il Direttore Generale della Asl di Rieti Marinella D'Innocenzo scrive al personale sanitario: "Tutti insieme ce la faremo"

In una lettera, il Direttore Generale della Asl di Rieti, ripercorre i suoi tre anni alla guida dell'Azienda, dalla gestione del terremoto del 2016 alla battaglia contro il coronavirus. Tanti gli spunti di riflessione e un augurio rivolto al personale sanitario: "Tutti insieme sconfiggeremo il virus".

Carissimi,

sono esattamente tre anni da quando nel marzo 2017 ho preso la guida della nostra Azienda. In quel tempo, la tragedia del terremoto aveva dolorosamente segnato la popolazione reatina. Ricordo che in quella circostanza, molti di Voi avevano, con coraggio, messo da parte la propria sofferenza lasciando spazio alla forza d’animo di chi, da operatore sanitario, pone la propria vita al servizio delle persone che ne hanno bisogno.

Ho capito sin da subito di trovarmi in un’Azienda complicata da dirigere, in un contesto organizzativo difficile, ma anche con tante buone pratiche ed alcune eccellenze. Ho puntato sulla trasparenza, sull’equità, sull’efficienza e sulla sostenibilità, per restituire un futuro certo alla ASL di Rieti. Ho sempre cercato di valorizzare le competenze professionali, ritenendo che sono i professionisti a fare la differenza nella cura della persona. Sono stati tre anni di intenso e duro lavoro insieme, in cui ci sono stati momenti anche di estremo confronto. Ora la ASL di Rieti ha recuperato finalmente il proprio posto nella comunità, essendo considerata il punto di riferimento per salute, credibile ed affidabile, per tutta la popolazione reatina e a livello sia regionale che nazionale.

Oggi, esattamente come nel terremoto del 2016, la storia si ripete, ci troviamo di fronte ad una terribile minaccia che non ha precedenti e che sta mettendo a dura prova la tenuta del Sistema Paese e del nostro Sistema Sanitario. Per fermare la diffusione di questa grave epidemia, siamo chiamati tutti in prima linea, sia come cittadini che come operatori sanitari, a fare la nostra parte. Vi dico che non sarà facile, dobbiamo avere la consapevolezza che sconfiggere l’epidemia sarà una guerra lunga e faticosa.

 In questa grave situazione, come operatori della sanità, nessuno escluso, abbiamo il dovere morale e professionale di scendere in campo perché non c’è più tempo ed i nostri cittadini hanno bisogno di noi più che mai.  

Dobbiamo fare presto perché l’epidemia non aspetta. La situazione sta progressivamente evolvendo e potremmo doverci trovare a rispondere lo stesso alle necessità di ricoveri provenienti dal percorso dell'emergenza regionale, e quindi dobbiamo essere tutti pronti. Pianificare, comunicare, lavorare bene e in sicurezza, rispettando i ruoli e le regole, questo è quello che dobbiamo fare, ciascuno per le proprie competenze.

Ringrazio tutti coloro che si trovano in questo momento in prima linea, bardati e coperti, alcune volte impauriti, ma sempre lì, sul campo, accettando di aprire altri posti letto man mano che si crea la necessità, perché il coraggio non è mai assenza di paura, ma la sfida della paura, con il cuore grande oltre l’ostacolo. Sono con Voi e con i tanti che h24 si stanno occupando oltre che dell’assistenza, della logistica, degli acquisti, degli approvvigionamenti e non si stanno risparmiando per essere di supporto sempre, lasciando spesso le famiglie anche per 15 giorni lontane, senza poterle raggiungere

Grazie. Davvero. A tutti nessuno escluso.

Un mio pensiero va anche alle nostre famiglie, che lasciamo per venire a lavorare ogni giorno, che possono contagiarsi, che sono anche loro impaurite per noi e noi per loro.

 E poi, però, penso alle diffide di alcuni, che mi minacciano di denunce penali perché non avrei rispettatogli standard vari, peraltro derogati dalla normativa contingibile e urgente, per aprire altri posti letto indispensabili alla cittadinanza; a chi ci critica perché non assicuriamo adeguata comunicazione o a chi lo fa perché anziché dire la verità e cioè che in tutto il paese c’è difficoltà a reperire DPI e strumentazione,  preferisce “sparare sulla croce rossa” ben sapendo che noi ci stiamo dedicando giorno e notte per non far mancare niente a nessuno e garantire a tutti la sicurezza operativa, ma ciononostante continua a criticare e basta, senza nessuna voglia di condividere anche le difficoltà enormi del momento. Ogni mattina ci svegliamo con l’angoscia della conta dei dispositivi e ogni giorno cerchiamo di assicurare percorsi blindati. E mentre prendiamo decisioni ogni giorno, per adeguarci a una catastrofe che sarà evitata solo se noi ci saremo, cerchiamo di capire come comunicare, come scrivere, come assemblare decisioni che, a cascata, coinvolgono decine di uffici, spesso ridimensionati per lo smart working, e con tanti che, da casa, costantemente coordinano e monitorano le procedure necessarie ad andare avanti o presidiano e organizzano le procedure per l’acquisizione di altro personale.

 Vi scrivo per chiederVi scusa se non tutto è perfetto, ma anche per chiederVi di aiutarci ad aiutare quel paziente che potrebbe essere nostro figlio o la nostra mamma, un nostro amico, un nostro collega  e che potrebbe ammalarsi domani e non avere posto letto disponibile o un’assistenza adeguata.

L'appello forte che rivolgo a tutti Voi è quello di mettere da parte le nostre paure, seppur legittime anteponendo, come facciamo sempre, la salute dei cittadini e delle persone che oggi stanno contraendo l’infezione. Facciamo tutti un passo indietro, il nostro lavoro in questo momento dev’essere totalmente orientato a evitare che quest’epidemia si propaghi, dedichiamoci con tutti gli sforzi a quello che sappiamo fare meglio e cioè curare le persone! Questo deve venire prima, certo in sicurezza per gli operatori, ma anche con l’esempio che gli stessi operatori possono dare. Mettiamo da parte polemiche e rivendicazioni ora rinviabili e cerchiamo di essere uniti per superare quest’emergenza. Riusciremo a vincere l’epidemia se siamo uniti e coesi nella lotta al covid19, mettendo da parte individualismi inutili, rispettando le regole, dimostrando solidarietà e senso di responsabilità e dimostrando spirito di abnegazione per il bene comune, per quello delle nostre famiglie, dei nostri cari  di tutti coloro che rischiano di essere contagiati e che ora hanno bisogno del nostro sforzo, solo di quello.

L’unione fa la forza, insieme ce la facciamo.

Sono con Voi e Vi abbraccio.   

Marinella D'Innocenzo

Direttore Generale Asl Rieti